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Il tartufo e' un fungo ipogeo, ovvero un fungo che vive sottoterra appartenente alla classe degli ascomiceti. Gli ascomiceti rappresentano un gruppo molto eterogeneo di funghi aventi come caratteristica comune la presenza di spore contenute in un sacco denominato asco. I tartufi sono corpi fruttiferi di forma globosa, tuberiforme, caratterizzati da un rivestimento esterno chiamato peridio e da una polpa interna detta gleba.
Anche i tartufi, come gli altri funghi, possiedono una struttura vegetativa: il micelio, che vive nel terreno in simbiosi micorrizica con le radici di una pianta arborea ed una struttura riproduttiva: il corpo fruttifero. Quello che generalmente chiamiamo tartufo rappresenta il corpo fruttifero ossia quella struttura riproduttiva a cui è affidato l’importantissimo compito di portare le spore (gli organi seminali del tartufo).
I tartufi generalmente si formano nel terreno ad una profondità di 10-15 centimetri in prossimità delle radici della pianta cui sono legati in un rapporto di simbiosi micorrizica. La forma e la dimensione dei tartufi sono assai varie a seconda delle specie, delle condizioni climatiche e del terreno. Molto spesso, infatti, tartufi della medesima specie possono presentarsi a volte piccoli come un pisello e altre volte raggiungere la grandezza di un arancia. In genere i tartufi che si sviluppano in terreni sciolti raggiungono dimensioni maggiori e sono ben conformati mentre quelli che si sviluppano in terreni compatti – argillosi risultano più piccoli ed irregolari.
Anche le condizioni climatiche ed in particolare le piovosità hanno un’influenza sullo sviluppo dei tartufi. In annate siccitose, infatti, i tartufi sono generalmente di dimensioni inferiori in quanto per mancanza d’acqua non riescono a svilupparsi in modo concreto; questo perché essi coma la maggior parte dei funghi sono costituiti in predominanza d’acqua che supera il 70 % del peridioloro peso.
La superficie esterna dei tartufi che è denominata peridio, può presentarsi a seconda della specie in modo assai diverso. Esistono infatti dei tartufi con peridio liscio e chiaro come il tuber magnatum ( tartufo bianco pregiato) ed il tuber albidum (tartufo bianchetto marzuolo) ed altri con peridio nero e verrucoso, come il tuber melanosporum (tartufo nero pregiato) il tuber aestivum (tartufo estivo scorzone) il tuber brumale, il tuber mesentericum ed il tuber macrosporum (il tartufo nero liscio).
Anche la gleba (la polpa interna) è assai differente nelle diverse specie di tartufo.
Infatti può presentarsi di colore chiaro: giallo nocciola, come il tuber aestivum e nel tuber magniatum oppure più scuro: nocciola scuro, bruno o nero come nelle altre specie di tartufo. glebaIn genere la gleba negli esemplari giovani ancora immaturi si presenta molto chiara e solo a maturità, quando il tartufo comincia ad odorare e le spore sono mature, evidenzia il colore tipico della specie. E’ nella gleba, precisamente nelle venature di colore più scuro, che sono contenute le spore del tartufo. Le spore rappresentano gli organi seminali del tartufo. aschi-spore
Esse a sua volta contenute in un involucro a forma di sacco detto asco. Le spore oltre ad avere un fondamentale ruolo biologico, sono molto importanti per il riconoscimento dei tartufi. Esse infatti presentano delle ornamentazioni tipiche diverse da specie a specie che permettono una corretta classificazione del tartufo. Esistono numerose specie di tartufo, diverse dalle altre per forma, dimensioni, odore, caratteristiche del periodo, della gleba e delle spore. La maggior parte dei tartufi sono ottimi commestibili altri invece non sono adatti al consumo in quanto sono cooriacei oppure di odore disgustoso. Non esistono tartufi velenosi, tuttavia vi sono alcune specie che se consumate in abbondante quantità possono causare disturbi gastroenterici. Le specie di tartufo che secondo la legge nazionale n. 752 possono essere raccolte e commercializzate sono 9 e comprendono tutti i migliori tartufi commestibili che si sviluppano in Italia.